E-commerce vs Amazon: il match di andata

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E-commerce vs Amazon: il match di andata

Conosci la storia di Davide e Golia? Beh, non sempre chi è più forte la spunta.

Soprattutto se lo sparring partner ha più cervello che muscoli. Per certi versi, trasferendoci dal sacro al profano, lo scontro biblico ricorda molto la battaglia tra Amazon e un piccolo e-commerce. Sulla carta non c’è partita.

Ma siamo proprio sicuri che vendere sulla piattaforma di Jeff Bezos convenga sempre? Per carità, ormai la tendenza è quella di “vendere sul marketplace di Amazon”, ma non è detto che ciò faccia proprio al caso tuo.

Non ci credi?

Se prometti di arrivare fino al 90′ più recupero, pardon, fino in fondo all’articolo vedrai che mi darai ragione.

 

 

Diamo i numeri
Prima di battere il calcio di inizio, butto lì qualche dato sullo stato di salute dell’e-commerce in Italia. Il giro di affari si aggira intorno ai 42 miliardi di euro, con un tasso di crescita rispetto all’ultimo anno del 18%.
E nel futuro continuerà a crescere.
Sempre più persone useranno lo smartphone come device, anche le fasce d’età più avanzate (over 60) e più giovani (addirittura gli under 10).E in questo senso l’innovazione tecnologica, targata 5G trainerà sempre di più il settore. Tuttavia a dettare legge saranno i grandi player internazionali come Amazon appunto, Zalando, Just Eat ecc ecc. che gestiscono una economia di scala dai numeri impressionanti.Pertanto entrare in questo grande business, creando uno scaffale prodotti sulle grandi piattaforme, sembra la soluzione migliore per chiunque voglia vendere online.
Ma è proprio così? Forse non è tutto oro quello che luccica.
La concorrenza
“D’accordo, Mariano, il commercio online va alla grande, ma io che devo fare? Andare su Amazon o creare un piccolo e-commerce”.

Va bene, quanta impazienza.

Provo a chiarirti meglio il punto.

Se sei solo un rivenditore, il primo prezzo lo fa il produttore e a questo devi aggiungere i costi della piattaforma,cioè le percentuali sulle vendite di Amazon. Senti un piccolo nodo alla gala? Beh, non è ancora finita.

Sulla piattaforma troverai altri concorrenti che vendono i tuoi stessi prodotti. Traduco tutto questo con un’altra metafora calcistica: immagina di essere lanciato a rete con tutta la difesa avversaria schierata. Dovrai dribblare uno per uno tutti i difensori per segnare. E il tutto in uno spazio ristretto di campo.

Infine, avrai difficoltà a brandizzare la tua attività che si disperderà nell’omologazione del prodotto.

Piccolo è bello

La libertà non è più bella? Non sarebbe l’ideale vendere senza avere padri padroni che ti tengono un pochino al guinzaglio? Bene, puoi farlo. Basta aprire un e-commerce per operare con indipendenza. Solo tu e i tuoi clienti.

E’ questa la migliore soluzione per chi produce in proprio, ha una piccola attività artigianale, ma anche per chi rivende prodotti “handmade”, pacchetti turistici, abiti, arredamenti, giochi di società, ecc ecc. I cms come wordpress/woocommerce, prestashop, magento garantiscono estrema libertà. Vuoi cambiare la vetrina?

Vuoi mettere un prodotto in evidenza? Semplificare il percorso di acquisto di quel prodotto che piace tanto agli utenti? Incentivare i buyers a scoprire un prodotto nuovo? Consideralo già fatto e senza sborsare un solo soldo.

 

E poi non è difficile cogliere in contropiede Amazon: il gigante di Seattle fa il tiki taka sui grandi prodotti generici, già largamente conosciuti dal mercato. Lì il predominio territoriale è netto, tuttavia soffre terribilmente quando deve posizionare articoli di nicchia, che interessano un target ben preciso di clienti.
Inoltre, altri due aspetti firmano il 2-0 in favore dell’e-commerce: la possibilità di fare personal branding con uno storytelling preciso e di effetto tra le pagine di navigazione del website, oltre all’offerta di articoli personalizzati, come può essere un completo da uomo o donna con le varie parti, caratteristiche e colori scelti dagli utenti con un paio di click sulla stessa schermata. Ecco, tutto questo sottoinsieme di mercato rischia di sparire nello sterile possesso palla dei prodotti di largo consumo. Chiaro, no?

 

 

Occhio alla fregatura
D’accordo, Mariano. L’e-commerce vince in casa 2-0. Ma poi c’è il ritorno…

Giusta osservazione. L’e-commerce è una opportunità, non una bacchetta magica che risolve tutti i problemi. Detto in parole povere: avviare un’attività online è più facile di aprire un esercizio reale. C’è meno burocrazia e meno costi. Ma un e-commerce necessita della stessa cura di un negozio fisico.

Prima di lanciarlo sul web va pensato, studiato, ottimizzato, parole come content marketing, user experience e crossmedialità (collegamento con i social costante e ragionato) e SEO, devono diventare il tuo pane quotidiano. Il primo concetto rimanda a un obiettivo ben preciso: raccontare la tua attività e il tuo prodotto nel miglior modo possibile, gli altri invece sono gli strumenti per porgere e facilitare l’incontro tra te, il tuo prodotto e i clienti.

Restando al campo di calcio: il marketing con i contenuti è il bomber e gli altri sono i trequartisti, gli uomini dell’ultimo passaggio, quello decisivo.

Sì, Mariano, come direbbe Pizzul: “tutto molto bello”, ma io non ho tempo. Come faccio?

Hai paura di sprecare il 2-0 dell’andata?

E che problema c’è?
La soluzione è sotto gli occhi: fai il tuo mercato di riparazione, prendi in prestito un team di consulenti formato da un e-commerce Manager, un Seo Expert e un Web Designer.

Affidati a loro e vedrai che ti guideranno passo dopo passo, minuto dopo minuto alla vittoria finale.

Non sai dove trovarli?
Beh, ci siamo noi di RAM proprio per questo…

 

Mariano Messinese
Digital Media Strategist
marianomessinese@ramitalia.it
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